Prelazione agraria: come proteggere i propri diritti di proprietà

Nell’ambito del diritto esiste il cosiddetto “diritto di prelazione”, che consente, in caso di stipulazione di un negozio giuridico, ad un soggetto di essere preferito ad un altro soggetto che si trovi nella sua stessa condizione. Di questa branca fa parte anche la prelazione agraria che è stata normata dalla legge n. 590 del 1965 art.8 e dalla legge n. 817 del 1971 art.7 e riguarda, appunto, l’ambito agrario. Vediamo allora più nello specifico cos’è la prelazione agraria. Dato che il diritto di prelazione consente un “vantaggio” a un soggetto in caso di negozio giuridico, nel caso dell’ambito agrario il vantaggio sarà dato all’affittuario coltivatore diretto di un appezzamento di terreno. Il coltivatore potrà così essere preferito ad un altro soggetto terzo che si trovi alle medesime condizioni per l’acquisto dell’appezzamento di terreno stesso messo in vendita dal proprietario. La legge 817 del 1971 ha stabilito anche il diritto di prelazione del confinante, che riguarda i terreni confinanti con quelli in vendita. Per usufruirne, però, sul terreno in vendita non deve essere già presente alcun affittuario.

 

Prelazione agraria: a che serve, quali sono i requisiti

 

Lo scopo della prelazione agraria è quello di migliorare strutture produttive dell’agricoltura. Infatti, grazie a ciò, il coltivatore riesce ad ottenere la proprietà del terreno e ne diventa “il capo”, migliorando anche la produttività. Ci sono poi dei requisiti per usufruire della prelazione agraria, altrimenti non è possibile beneficiarne. Per prima cosa, il soggetto richiedente deve essere il coltivatore diretto dell’appezzamento di terra oppure un imprenditore agricolo professionale. In secondo luogo, deve coltivare il terreno da almeno due anni. Infine, c’è bisogno che il contratto di affitto sia ancora in corso di validità o, comunque, il coltivatore abbia intenzione di rinnovarlo. Se infatti l’affittuario ha fatto opportuna comunicazione di non voler rinnovare il contratto di affitto, non può richiedere il diritto di prelazione. Anche in caso di inadempimento grave o di recesso non è possibile avvalersi di tale diritto. Stesso discorso in caso di: permuta, liquidazione coatta, fallimento, vendita forzata o espropriazione.

Per quanto riguarda invece i requisiti per usufruire della prelazione agraria del confinante, devono verificarsi le seguenti condizioni: il terreno deve essere confinante con l’appezzamento di terra messo in vendita e il soggetto confinante deve essere proprietario del terreno agricolo e coltivarlo direttamente.

 

Prelazione agraria: la procedura da seguire

 

Dal punto di vista giuridico, ci sono delle tempistiche ben precise da seguire per beneficiare del diritto di prelazione agraria. Stando alla normativa vigente il soggetto interessato deve esercitare il diritto di prelazione agraria entro 30 giorni dalla notifica della proposta di vendita del terreno. Il proprietario dell’appezzamento di terra che decide di metterlo in vendita deve inviare, tramite lettera raccomandata, all’affittuario, o ai coltivatori confinanti, il preliminare di compravendita. Su questo documento devono essere presenti: il prezzo di vendita, il nome dell’acquirente e clausole specifiche stabilite dalle parti. Quando il diritto di prelazione è stato esercitato, l’acquirente ha tre mesi di tempo per pagare l’appezzamento di terra. Il tempo a disposizione viene allungato nel caso in cui il compratore dimostra di aver richiesto un mutuo per effettuare l’acquisto. Il riscatto del terreno può essere effettuato anche dopo un anno dalla trascrizione del contratto di vendita nel caso in cui il proprietario non abbia provveduto alla notifica del preliminare, oppure abbia modificato il prezzo di vendita successivamente.