5 step per una vita più sostenibile

Vivere una vita più sostenibile, in armonia con il Pianeta e le sue risorse, è possibile.

Realizzare questo intento significa usufruire solo delle risorse che la natura conserva, senza eccedere, per preservare quelle che di diritto sono destinate alle generazioni future.

Cambiare comportamento e adottare un nuovo stile di vita, può non essere semplice, ma permette di scoprire nuovi modi di vivere, sani ed ecologici.

1.     Stop alla plastica

La plastica è uno dei fattori che provoca maggiori danni al Pianeta, all’uomo e a tutto l’ecosistema.

Questo materiale, tanto utilizzato quanto dannoso, è presente nelle acque, nei terreni e addirittura nell’aria che respiriamo.

Si stima addirittura che in media ciascuno di noi ingerisca ogni settimana il quantitativo di plastica equivalente a quella di una carta di credito, a causa delle microplastiche che si inseriscono nella catena alimentare.

Per questa ragione si dovrebbe cercare di modificare il proprio stile di vita attuando alcune piccole accortezze nei consumi.

Il primo passo verso una vita plastic free è ridurre l’acquisto di prodotti con imballaggi in plastica e prediligere la spesa al mercato locale o in negozi che vendono prodotti sfusi.

Anche l’acqua in bottiglia può essere sostituita con acqua di rubinetto, che può essere facilmente filtrata e versata in comode borracce.

Infine, in generale è preferibile scegliere di acquistare prodotti in materiali naturali come il legno, la carta o in fibre vegetali, piuttosto che in plastica.

2.     Meno rifiuti

Oltre che ridurre la plastica, per uno stile di vita più sostenibile è essenziale anche considerare di ridurre i rifiuti.

Ogni anno vengono prodotti circa 2 miliardi di tonnellate di rifiuti a livello mondiale.

La difficoltà di smaltirli è sempre più evidente e si stima che i numeri siano in aumento, favoriti dallo stile di vita consumista dell’epoca moderna.

Anche in questo caso le scelte di consumo ne sono direttamente responsabili e possono influenzare la produzione di rifiuti.

È importante, quindi, prima di acquistare qualcosa, anche in grandi quantità, chiedersi se si tratti realmente di una necessità oppure di un ennesimo prodotto che verrà comprato e poi riposto in uno scaffale.

Anche in termini alimentari, si potrebbe evitare di accumulare in dispensa scorte di prodotti che potrebbero scadere prima di essere consumate e cercare di creare sfiziose ricette con alimenti magari avanzati dal giorno prima.

3.     Mobilità green

Si stima che circa il 70% della produzione di gas a effetto serra, diretto responsabile del cambiamento climatico, sia generata da automobili, autobus, camion e furgoni.

Per questo, un ulteriore cambiamento che può essere apportato al proprio stile di vita è proprio relativo al modo di spostarsi.

Possono essere scelti veicoli che riducano o azzerino le emissioni di CO₂, come ad esempio i veicoli elettrici, ma anche, come presentato nell’articolo del magazine online, le attuali auto a idrogeno in commercio.

In ogni caso si dovrebbe cercare di ridurre gli spostamenti con la propria auto e, quando possibile, usufruire di mezzi di trasporto pubblici oppure di bici o monopattini elettrici, sempre più in voga.

4.     Alimentazione

Sovente la relazione tra alimentazione e inquinamento non è conosciuta, ma è bene considerare quanto ciò che introduciamo sulla nostra tavola abbia un peso rilevante in termini ambientali.

A tal proposito, uno stile di vita sano ed equilibrato, per sé stessi e per il Pianeta, dovrebbe prevedere un consumo minimo di carne e prodotti derivati. Infatti, per la produzione di un kg di carne vengono impiegati circa dai 3.000 ai 15.000 litri di acqua e 25 Kcal di combustibile fossile per ogni Kcal di proteine animali.

Anche le risorse alimentari per la produzione di carne sono elevate: circa il 36% della produzione mondiale di cereali e legumi come la soia, viene destinata all’alimentazione degli animali da allevamento.

Inoltre, bisognerebbe iniziare ad acquistare solo prodotti di stagione e possibilmente locali, che sono più sani e che non hanno previsto il trasporto per migliaia di km via mare o per via aerea.

5. Abbigliamento sostenibile

Anche la produzione di capi di abbigliamento contribuisce a dare un impatto negativo all’ambiente.

Infatti, le quantità di acqua utilizzate per la realizzazione di anche solo una maglietta sono circa 2.700 l. Vanno considerati, inoltre, i prodotti chimici utilizzati durante il ciclo produttivo come coloranti e le microparticelle di plastica rilasciate dalle fibre sintetiche.

Per un abbigliamento più sostenibile, sarebbe opportuno dire no al fast fashion e preferire prodotti ricavati da fibre riciclate oppure vegetali, meglio se di coltivazione biologica e rispettosa dei lavoratori.

L’alternativa, che fa bene al pianeta e anche alle proprie tasche, potrebbe anche essere ricorrere al second hand o seconda mano. I capi usati, infatti, possono essere di qualità e in ottime condizioni ed essere acquistabili in negozi fisici oppure tramite le più celebri app di shopping online.