Teleruttore: come funziona e applicazioni

Il teleruttore è un apparecchio che gestisce la corrente all’interno di un circuito e che permette agli impianti di eseguire determinate azioni. Spesso viene chiamato impropriamente anche relè, dato che il funzionamento dei due componenti è simile. Teleruttore e relè hanno però delle differenze, soprattutto d’uso, di cui parleremo in questo articolo scritto insieme agli esperti di CSW Automazione.

Per dare una definizione più istituzionale, la normativa CEI 17-3 definisce il teleruttore come un apparecchio in grado di interrompere o stabilire la corrente all’interno di un circuito. Esso apre e chiude i canali di contatto tra impianto e struttura di alimentazione, esattamente come un interruttore. La parola “tele-ruttore” infatti significa dispositivo controllabile a distanza, e si distingue dal “contattore” che è invece usato per carichi vicini tra loro.

Per capire come funziona il teleruttore dobbiamo prima di tutto conoscerne i componenti. Un teleruttore è composto da una bobina, da un nucleo con contatti e da un nucleo mobile, da contatti principali e ausiliari (anche detti primari e secondari), da un elettromagnete e da molle antagoniste. Questi 7 componenti interagiscono tra loro creando un campo magnetico e veicolando l’energia necessaria al sistema.

Teleruttore – funzionamento

Quando mandiamo energia a un teleruttore, stimoliamo la bobina che avvolge l’elettromagnete. I due, assieme, generano un campo elettromagnetico al passaggio di corrente. Il campo elettromagnetico attira a sé il nucleo mobile che a sua volta attira il nucleo dei contatti, “autorizzando” il passaggio di energia. In base al quantitativo di energia coinvolta si usano i contatti principali o quelli ausiliari.

Quando il flusso di corrente termina, il campo magnetico perde forza estinguendosi pian piano. Di conseguenza il nucleo mobile torna nella sua posizione originaria grazie all’azione delle molle antagoniste e la bobina del teleruttore è pronta per un nuovo ciclo.

Teleruttori monofase e trifase

Purtroppo non esiste un teleruttore adatto a tutte le situazioni, ma bisogna decidere sempre il migliore da installare in base alle proprie esigenze. Quando si progetta un sistema e si ha bisogno di un dispositivo come questo le scelte sono tre: utilizzo un relè, un teleruttore monofase o un teleruttore trifase?

La differenza la fa la quantità di energia che dobbiamo trasportare.

  • Per i sistemi domestici la scelta si ridurrà al relè o al teleruttore monofase. Sulle basse potenze basta stare su questi modelli che assicurano efficienza e sicurezza nel veicolare l’energia.
  • Per i sistemi industriali o comunque per potenze che superano i 6 kW viene in genere impiegato il teleruttore trifase. Questo teleruttore è più performante ed è pensato per gestire carichi elettrici maggiori.

Teleruttori: applicazioni

L’applicazione più comune di un teleruttore è quella dell’ascensore. In ogni ascensore è installato un teleruttore che accende e spegne il motore e permette al mezzo di spostarsi al piano che abbiamo selezionato. E’ curioso scoprire che un apparecchio così “tecnico” sia in realtà qualcosa che utilizziamo tutti i giorni senza neanche rendercene conto.

Quando premiamo il pulsante, in effetti noi azioniamo il teleruttore che attiva il suo campo elettromagnetico accendendo il motore. Quando arriviamo a destinazione, il teleruttore perde potenza e l’ascensore rallenta progressivamente. Chiaramente il ciclo è poi pronto a ripetersi più volte. L’utilità del teleruttore è immensa, in quanto non rende necessario l’intervento di una persona che accenda e spenga il motore dell’ascensore tutte le volte che ci occorre.

Oltre a questo risparmio in termini di lavoro e fatica, installare un teleruttore monofase o trifase che sia, porta a reali e ingenti risparmi energetici. Questo accade perché grazie ai teleruttori usiamo la corrente solo quando ci serve, incrementando così l’efficienza del sistema. La vita di un teleruttore è infatti molto lunga e così anche quella del sistema in cui viene installato.

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