Artrite reumatoide: origine, sintomi e cure

Oggi parliamo di artrite reumatoide, una dura e dolorosa malattia che riguarda sia le articolazioni che le ossa delle nostre mani: in particolare, una patologia che si esplica in maniera pressoché cronica dopo la prima insorgenza, e che ha caratteristiche autoimmuni: in pratica, l’aggressione verso la cartiagine del sistema delle dita avviene su opera del medesimo sistema immunitario del soggetto, per via di alcune problematiche a monte. In questo breve articolo vedremo insieme di cosa si tratta l’artrite reumatoide, come funziona e come si esplica nel nostro organismo. Tratteremo insieme la sintomatologia e affronteremo alcune delle possibili soluzioni al problema.

Artrite reumatoide: le origini e la patogenesi

Questa fastidiosa patologia può avere un’insorgenza abbastanza leggera per poi svilupparsi nel tempo abbastanza velocemente. Di solito, il disturbo comincia riguardando le estremità: piedi, mani, ma anche caviglie e polsi. Insomma, tutti quei tessuti che sono ricchi in cartilagine e assistono ad un progressivo attacco del sistema immunitario. Questo provoca a livello tissutale alcuni cambiamenti evidenti, come l’ingrossamento della membrana sinoviale: proprio quella che si occupa del rivestimento della capsula articolare. A livello sistemico, l’allargamento di questa superficie si traduce in alcuni sintomi evidenti. Innanzitutto, assistiamo a gonfiore nella parte interessata: talora, accompagnato anche da senso di calore o rigidità, difficoltà a muovere l’articolazione sotto esame e tumefazione. Tutti questi spiacevoli sintomi sono dovuti all’allargamento del panno sinoviale, che riveste le nostre ossa.

Artrite reumatoide: le cause e le possibili cure

Come la maggior parte delle malattie autoimmuni, la causa va ricercata nel nostro stesso codice genetico. La patologia ha un’eziologia chiaramente genetica: è stato dimostrato che è facile incontrare familiarità, il che non significa che si trasmetta di padre in figlio ma che semplicemente si riscontra una maggiore predisposizione a manifestare la malattia in figli di soggetti affetti. Purtroppo, trattandosi di una patologia di origine ereditaria, è difficile intervenire prima dell’insorgenza, e le cure che sono finora state sviluppate hanno puramente natura palliativa dei sintomi. Il primo specialista che dovrete contattare in caso di problematiche ai tessuti connettivi è il reumatologo. A tal proposito, per maggiori informazioni su cos’è e come si cura l’artide reumatoide visita il sito di Villa Regina.

Artrite reumatoide: la diagnosi e gli esami di assessment

Quando va diagnosticata la malattia? E cosa si deve fare dopo? I sintomi dell’artrite reumatoide sono abbastanza simili a quelli di altre patologie correlate, di natura reumatica. I primi sintomi che devono allarmare sono sicuramente rigidità articolare, quando persistente e accompagnata da gonfiore e difficoltà nello svolgere le normali mansioni quotidiane. Una volta che i sintomi vengono avvertiti come persistenti, cronici e soprattutto fastidiosi, bisognerà cominciare a rivolgersi ad uno specialista reumatologo. Prima ancora però, per ottenere una conferma della propria prognosi, dovremo sottoporci ad alcuni classici esami: primo fra tutti, la rivelazione del fattore reumatoide, nonché gli anticorpi CCP e il livello di infiammazione. Successivamente alle analisi molecolari, dovremo anche sottoporci ad un’analisi strutturale, come XR alle estremità colpite dalla patologia (di solito mani e piedi) per verificarne il grado di deformazione ossea/articolare. Una volta assestata l’eziopatologia della malattia, e fatte le relative considerazioni sullo stadio di avanzamento, sarà possibile rivolgersi allo specialista d’elezione, portando come riferimento gli esami appena svolti. A volte, può essere anche bene iniziare col rivolgersi allo specialista predisposto (se si ha assoluta certezza o sospetto credibile della diagnosi), e sarà lui stesso ad effettuare o delegare gli esami diagnostici di cui sopra.